È una festa particolare quella che oggi (ancora in agguato il Covid-19) festeggiamo. Una ricorrenza risalente al 1909 quando la Svezia istituì il primo parco europeo, che si è rinnovata nel tempo grazie all’EUROPARK, la Federazione Europea dei Parchi.

E lo facciamo, sì, con l’esempio che ogni giorno e non soltanto oggi contraddistingue tutte quelle persone che sono impegnate per la loro salvaguardia. Tuttavia c’è un nemico molto pericoloso degli alberi, dell’aria, del mare, dei boschi e di tutto ciò che ci fa stare bene, in pace con la natura, ed è l’indifferenza umana.

Ci sono soggetti che magari non sono la maggioranza, i quali addirittura sono nocivi ai parchi, parliamo dei piromani e di coloro che riempiono le acque dei fiumi dei laghi e dei mari di una quantità enorme di rifiuti, senza dimenticare le centrali nucleari e i laboratori segreti e nocivi.

I parchi sono la vita, portatori di salute collettiva. Dalla loro custodia dipende il respiro della terra. Dobbiamo immaginarli come le chiese dove si va a pregare ascoltando le voci dell’esistente, scongiurando la perdita di biodiversità, tutelando la flora e la fauna di terra e di mare, e tutti i paesaggi del pianeta.

Dal Nord al Sud, passando per le Isole, l’Italia è presente con i meravigliosi Parchi Nazionali del Gran Paradiso, dell’Abruzzo, del Circeo, dello Stelvio, con il Parco Nazionale dell’Aspromonte e della Sila, delle 5 Terre, del Gargano, del Gran Sasso, dell’isola di Pantelleria e dell’Alta Murgia tanto per citarne alcuni.

Ma non sono sufficienti se non cambiamo stile e mentalità di vivere.

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