Lunedì 15 giugno 2020. Oggi è l’anniversario della nascita di Alberto Sordi, scomparso il 24 febbraio del 2003 all’età di 83 anni. Una vita, quella del grande attore romano, dedicata al cinema che gli è valsa la riconoscenza imperitura di essere uno dei più grandi artisti di sempre.

Alberto Sordi ha avuto nella sua villa romana 18 cani, che poi alla loro morte ha voluto seppellire nel giardino. Una testimonianza del suo sentimento animale vissuto anche in qualche film; in “Nestore, l’ultima corsa” si denuncia la crudeltà dell’uomo nei confronti del cavallo (Nestore) che il proprietario manda al mattatoio perché oramai vecchio; agghiaccianti le riprese finali sulla macellazione degli animali. Non è certo tra i capolavori cinematografici di Sordi, ma sull’ultima scena la critica “perbenista” avrebbe avuto da scrivere, eppure si girò dall’altra parte. Indimenticabile anche il film “Il malato immaginario” quando un merlo va a fargli visita sostando sul davanzale della finestra e ascolta Argante, interpretato da Alberto Sordi, il quale gli ricorda la prima volta che era andato a trovarlo: “te sei avvicinato a me, e m’hai fatto un fischio: fiuù fiuù fiuù. To ricordi? Io pure t’ho fischiato: fìuu. T’è bastato quello pe capì ….  E te chiamano merlo a te? Ma merli semo noi che non capimo un cazzo! Guarda come campamo!  e se credemo più intelligenti de te, più civili de te…

Poi gli racconta delle sue tribolazioni quando stava  “sempre a combatte, a litigà co a gente, i cardinali, i fattori, amministratori, avvocati, i parenti, i ladri, i briganti… E vorrebbe che restasse con lui: “non te ne annà, nun me lascià … qui stai ar sicuro, finché stai co me. Là ffori sì che c’è pericolo!”

Dell’indimenticabile Albertone, amante degli animali, oggi sarebbe  importante una riflessione in merito a quanto stiamo assistendo sul maltrattamento degli animali. Ma la possiamo immaginare.

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