Quando guardiamo in Tv, ascoltiamo alla radio o leggiamo sui giornali delle catastrofi provocate da uragani, inondazioni, alluvioni, scioglimento dei ghiacciai che sconvolgono il mondo, per favore, non seguiamo queste notizie come se fossero l’almanacco del giorno, ma scuotiamo la nostra sensibilità per renderci conto che rischiamo l’estinzione totale.

Se, come si dice, è rimasto poco da salvare, proviamo almeno a sanare quel poco che ancora assicura la vita del pianeta. Magari scopriremo che è ancora possibile guarire quanto riteniamo sia oramai irrecuperabile.

Certo, le centinaia di specie animali estinte rimangono un ricordo. La migrazione climatica interesserà miliardi di animali, anche portatori di virus che significano future pandemie. Probabilmente molte vette innevate rimarranno verdi pascoli e non tutto dei poli si potrà rianimare come natura vorrebbe. Eppure possiamo, piano piano, ma ancora per poco, far diminuire le tempeste che sconvolgono ogni angolo della terra mietendo vittime ovunque, e combattere le piogge acide, investire sul nostro buon senso per risolvere il problema del CO2, utilizzare metodi alternativi contro l’accanimento sugli animali incominciando ad eliminare gli allevamenti intensivi e le torture adoperate per gli animalicidi  e il loro commercio a discapito della vita umana.

C’è ancora spazio per intervenire sul riscaldamento antropico e sull’estinzione del Vitoplantom a causa del riscaldamento dell’acqua del mare che ci dà sempre meno ossigeno.

Quasi nulla si è ancora fatto per porre in essere tutte le norme previste dalla legge 157 del ’92 (fauna selvatica, attività venatoria ecc.).

Sarò noioso, ma queste poco righe, su questo sito, le ripeterò tante di quelle volte sino a quando non sarò sicuro che avrò raggiunto il maggior numero possibile di persone.

Rendiamocene conto una volta per tutte: i partiti tradizionali sono presi da altri problemi, mentre la scienza ci indica la data del 2030 come game over, ma la vita non è un gioco.

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