Sicuramente tutti conoscerete oramai la vicenda dell’orso in Trentino, che alcuni chiamano Papillon, condannato a morte dal presidente della provincia Maurizio Fugatti, colpevole di vivere nel suo territorio naturale, dove due persone hanno affermato di essere state aggredite. Ci saranno delle indagini che dovranno spiegare come fa un orso a scavalcare recinzioni elettrificate con tensione di valore pari a 7000 V. Sarà pure un’illazione, ma qualcuno ha avuto un legittimo dubbio: “Non è che volevano liberarlo in zona altamente antropizzata al solo fine di potergli poi sparare e ucciderlo, proprio per salvare tutti dall’orso cattivo? “. Nessuna ipotesi è da escludere.

Io esprimo la mia opinione (spero siamo sempre in democrazia): quando Regioni come il Trentino, in questo problema e in altre situazioni, si trincerano nel loro invalicabile “Statuto Speciale” con il quale regolamentano la loro autonomia, off limits anche per il Parlamento Italiano, allora ribadisco l’anacronismo di questi  privilegi riconosciuti tantissimi anni fa per motivi politici ed in un particolare momento storico. Capisco che i diretti interessati storcono il naso, ma piaccia o no prima o poi, credetemi, questo sarà un argomento molto rilevante per quell’Italia che non gode degli stessi vantaggi (innanzitutto economici) che, per la tanto veicolata uguaglianza sociale, potrebbero almeno essere equiparati. O no?

Bene il Ministro Costa nell’esprimere contrarietà all’ordinanza emessa da Fugatti per  l’abbattimento dell’orso.

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